Curiosità assortite nell’intervista a me stessa su Camena e l’arrivo dei fantasmi.
Ho sentito dire che c’entrano fantasmi da un cartone animato. Come ti è venuta l’idea?
Ho sempre amato i cartoni animati e sono rimasta legatissima a quelli vecchio stile tra anni Ottanta e Novanta o anteriori. Da piccola pensavo che le esagerazioni stile Looney Tunes fossero appunto esagerazioni giusto per far ridere e che invece le verità sulla vita e sull’amore fossero contenute nei film Disney. Crescendo ho capito che è l’esatto contrario e sono i cartoons a essere più vicini alla realtà: con il loro modo colorato di esserne caricature, incarnano problemi, emozioni, rabbie e reazioni in modo più sincero ed eterno di altre opere coeve. Mi hanno colpita per questa loro facoltà e allora mi sono chiesta cosa succederebbe se esseri provenienti da uno di questi folli universi animati si scontrasse col mondo reale (o uno a esso simile). Sincerità e bianco e nero morale contro il groviglio di bugie e di sfumature grigie del reale, leggi della fisica dei cartoon contro quelle del mondo reale… l’idea mi intrigava molto.
Ispirazioni letterarie?
Un autore che ho molto amato e ha finito per influenzarmi è Roald Dahl: i suoi libri per bambini hanno qualcosa di eterno e valido per tutte le età e ho sempre apprezzato quel suo tocco estremamente fantasioso nel creare mondi come La fabbrica di Cioccolato e Il grande ascensore di cristallo. Poi ho amato molto l’umorismo tagliente e non privo di sottotesti di Terry Pratchett e l’immenso talento letterario di Walter Moers. Quest’ultimo è un autore meno famoso dei precedenti, ma i suoi fantasy vanno oltre le distinzioni tra libri per ragazzi e YA, sono pieni di riferimenti colti e letterari senza mai essere pesanti o incomprensibili.
Altre influenze o spunti?
Credo che la scrittura sia l’unico medium in grado di poter racchiudere tutti gli altri: può imitare e descrivere quelli visuali senza essere schiava dell’immagine e delle numerose e stringenti limitazioni tipiche di ciascuno. Un muro di testo in un videogioco è fuori posto e una sceneggiatura è molto scarna e deve basarsi non poco sull’immagine e la situazione scena per scena. Ma un libro è un campo bianco: può diventare veloce come un film d’azione, scendere nell’anima dei personaggi, diventare un’ode all’immaginazione… il limite è l’abilità di chi scrive. Oltre a questa convinzione è entrato in gioco anche il mio gusto personale di lettrice: non sopporto quei libri che non ti lasciano nulla e li dimentichi in poco tempo e nemmeno quelli stile pugno nello stomaco. Il mio ideale sono i libri che sono in contemporanea gradevoli da leggere, fonte di intrattenimento e risate, ma anche dotati di contenuto, misteri… e ho problemi anche con quei fantasy che a pagina 5 si aspettano che tu abbia già una laurea in storia locale. Tutto questo mi influenza non poco mentre scrivo.
Puoi dirci qualcosa sui personaggi?
Camena è una laureanda che si ritrova a fare da interprete a un’armata di fantasmi provenienti dal suo cartone animato preferito. È frastornata dagli eventi, ma è una testa dura che non si fa mettere i piedi in testa. Lord Travius è il capo degli spettri, è il più forte tra loro ed è meno stupido di quanto la serie animata l’abbia fatto sembrare. È il tipico tiranno da cartone animato, minaccioso e crudele ma non troppo che è impossibile odiare fino in fondo. Malvetti è lo scienziato pazzo che l’aiuta e Giacomo il suo maggiordomo dall’ottima cucina. Entrambi sono più complessi di quanto sembrino e questo vale anche per i quattro fantasmi con cui Camena farà amicizia. Il primo volume li presenterà e il mondo inizierà a respirare nel secondo; vi anticipo che i fantasmi non saranno l’unico o il più grande grattacapo di Camena.
Sono riuscita a incuriosirvi? Vi piacciono i fantasy umoristici o preferite quelli più dark? Fatemi sapere e continuate a seguirmi!
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