I miei gusti nel leggere sono strettamente legati a ciò che scrivo.
In questo articolo volevo parlarvi di cinque cose che cerco nelle mie letture e come queste influenzino la mia scrittura.
La prima cosa che cerco è il fantastico. Che la storia sia ambientata in un immaginario medioevo, nello spazio, nel futuro o in altri mondi o che esista la magia, nella storia ci dev’essere un pizzico di fantastico per attirare il mio interesse.
Questo mio gusto personale si collega alla seconda cosa: un mondo narrativo ben costruito e immersivo. Con il fantastico si possono esplorare tantissimi generi letterari, creare nuovi misteri e nuovi mondi da esplorare, misteri, segreti … la gioia della scoperta di un mondo fantastico è una delle cose più belle della lettura. La magia è un modo utile e versatile per dare ai personaggi carte da giocare (e di cui comprendere il funzionamento assieme al lettore) e uno spessore al mondo. Se il mondo di una storia non mi incuriosisce abbastanza e diventa solo uno sfondo anonimo, è probabile che prima o poi passi a un’altra storia.
La terza cosa è – ovviamente – una bella storia: che sia una premessa originale o una già sentita ma ben eseguita, la storia deve interessarmi. E non andare contro ai miei gusti: anche se ben costruite, non apprezzo le storie dark, angosciose o violente, ho un rapporto non facile con il rosa e il romance e qua arriviamo al quarto punto:
La quarta cosa è che la storia deve avere un contenuto senza diventare una predica. Il contenuto può essere di pura evasione, una storia sulla resilienza, l’amicizia, sulla necessità di imparare di chi fidarsi o simili, ma non deve diventare un noioso e lungo predicozzo che ripete implicitamente ed esplicitamente a ogni singola riga che chi ha una tale opinione/atteggiamento nei confronti della vita in disaccordo con l’autore è sempre e automaticamente cattivo e invece chi è – inserire il nome della categoria umana a cui l’autore si sente di appartenere – è sempre e automaticamente un eroe vittima delle circostanze da cui tutti dobbiamo prendere esempio, che ha sempre ragione e mai torto. Non lo sopporto. L’autore/autrice è libero/a di pensare ciò che vuole, ma questo non significa che tutti siano obbligati a concordare o ad amare la sua storia, fosse anche scritta con le migliori intenzioni.
La Divina Commedia è intrisa delle opinioni di Dante, ma chi oserebbe mai sostenere che i suoi personaggi sono pupazzi bidimensionali senz’anima mossi da un autore che si presenta come perfetto?
E infine arriviamo al quinto punto: i personaggi devono essere interessanti e ben realizzati. Una caricatura può benissimo svolgere il suo compito in una storia comica, anzi, può addirittura piacere al lettore, ma se viene presa sul serio o è un cattivo di bassissima lega o qualcun altro che non sopporterò. Spesso leggo di personaggi in romanzi fantastici che si comportano da esseri umani molto più delle sagome di cartone che si fingono umane che popolano troppi romanzi ambientati nel nostro mondo. Non pretendo che ogni singolo personaggio sia per forza chissà che capolavoro di complessità, ma un minimo di personalità, di chiarezza sul perché agisce così e cosa vuole ottenere è il minimo sindacale che mi aspetto. Un personaggio può aderire per certi versi a un cliché senza che quest’ultimo lo esaurisca completamente, ma sfortunatamente certi scrittori o certe storie sembrano non saperlo o non tenerne conto.
Leggo anche saggi su vari argomenti, ma quest’ultimo deve interessarmi, lo stile essere comprensibile e chi scrive ben informato.
E voi? Cosa cercate nelle vostre letture? Preferite le letture d’evasione, quelle impegnate o, come me, le alternate? Vi piace il fantastico o preferite le storie realistiche? Fatemelo sapere nei commenti e continuate a seguirmi!
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