I personaggi femminili ben scritti possono rendere una storia unica e memorabile, siano esse protagoniste o no.
Nel mio articolo di lunedì ho parlato di dieci protagoniste che ho amato e mi sono rimaste impresse; oggi voglio fare altrettanto con dieci non protagoniste. Ovviamente vi ricordo che i miei gusti personali sono il fattore decisivo e l’unica regola che mi sono data è di citare nella stessa posizione più donne di una stessa serie; se non l’avessi fatto, la top 10 sarebbe stata occupata quasi interamente da One Piece.
In decima posizione, Sylvia dalla serie animata Wander. Sylvia è la compagnia di viaggio dell’alieno giramondo (anzi, giramondi) Wander e a differenza di lui, un inguaribile ottimista perennemente di buonumore capace di vedere il bene in tutti, lei è pessimista, diffidente e incarna il punto di vista dello spettatore e dell’adulto medio. Lei e Wander si salvano la vita a vicenda più di una volta ed è anche merito suo se la commedia si regge così bene. La prima stagione resta infinitamente migliore della seconda, a parer mio, ma non per colpa di Sylvia.
In nona posizione, troviamo un personaggio che ho conosciuto nei miei primissimi contatti con i cartoni animati: Scheggia da Cip & Ciop agenti speciali. Inventa i gadget che gli eroi usano nelle loro missioni e non si contano le volte in cui la sua intelligenza e pensiero creativo veloce hanno salvato la pelle al gruppo. È una scienziata e inventrice curiosa e brillante, ha un carattere gentile e un coraggio da leoni. Le sue invenzioni non sempre funzionano, ma non si perde mai d’animo e sa fare coraggio a tutti anche nei momenti difficili. Uno dei miei modelli, da bambina.
All’ottavo posto, Mystic Sonia delle serie animata Hero 108. Fa parte del gruppo di eroi protagonisti, tra cui è l’unica donna, ma non si lascia intimidire né dalle dinamiche non sempre felici, né dai numerosi (e bizzarri) nemici che si ritrova ad affrontare. Si prende cura del suo aspetto, non esita a usare la forza e non permette a nessuno di metterle in piedi in testa. Ha i suoi difetti ma questi non hanno fatto altro che rendermela più simpatica e sono ben bilanciati dalle sue qualità.
In settima posizione, Olivia dal videogioco Paper Mario and the origami king. Olivia si unisce al viaggio di Mario per salvare il regno dalle mire del suo malvagio e potentissimo fratello, ma nel corso dell’avventura apprendiamo non solo le sue origini, ma anche che è molto più di uno di quegli aiutanti che parlano al posto dell’eroe. Ha un carattere dolcissimo, innocente e candido, ma al tempo stesso molto forte e determinato; in battaglia aiuta Mario in modo decisivo. Alla fine del gioco mi ero affezionata molto a lei e i suoi facili entusiasmi e questo mi ha reso il finale amaro.
Al sesto posto, la gatta Coco dal videogioco Nexomon Extinction. Coco aiuta e accompagna il giocatore; i suoi commenti sarcastici e ironici erano uno dei fattori che mi tenevano incollata allo schermo e rendevano le partite memorabili. Spesso sfonda la quarta parete, è diffidente ed è qualcuno a cui mi sono affezionata piuttosto in fretta; non posso non adorare qualcuno che fa commenti così simili ai miei. Il momento in cui si allontana temporaneamente dal giocatore è stato difficile da digerire, ma sono stata felicissima quando è tornata! Assieme a Olivia è una delle migliori aiutanti nei videogiochi/mascotte e nessun’altra mascotte, fosse anche Pikachu, potrà smuovermi da questo pensiero.
In quinta posizione c’è Megumi della serie manga e anime Food wars. Iscritta a una prestigiosissima scuola di cucina, Megumi si ritrova in difficoltà non per la mancanza di bravura ma per la sua timidezza. Passare da un piccolo paese dove ti conoscono tutti a una realtà molto più grande con regole non scritte diverse e parzialmente ostile non è semplice (l’ho provato sulla mia stessa pelle quando andai a Milano per studiare all’università). Grazie all’aiuto del protagonista e altri personaggi, Megumi inizia pian piano ad aprirsi agli altri e acquisire maggiore fiducia in sé stessa, finché non trionfa in una serrata e difficilissima competizione culinaria. Ho adorato quella sequenza ed è stata una gioia vederla diventare più sicura e trasformare in un punto di forza ciò che inizialmente sentiva come una debolezza: il suo carattere dolce e i suoi piatti che ricordano la cucina particolare del suo paesello natio. Megumi non ha bisogno di rigettare il suo tipo di femminilità e il suo essere per raggiungere il successo, bensì abbracciarli, vederli sotto un altro di vista e spiccare il volo. Mi sono rivista molto in lei, è importante ricordarsi che non abbiamo bisogno di super poteri per fare grandi cose.
Al quarto posto, Katara e Toph dalla serie animata Avatar-La leggenda di Aang. Aang è un ragazzino che si ritrova investito dall’enorme responsabilità di imparare non solo a controllare del tutto i suoi poteri sugli elementi, ma anche di riportare la pace e l’equilibrio in un mondo sconvolto dalla guerra. Katara è uno dei suoi primi amici e alleati, ha poteri di controllo sull’acqua ed è orfana di madre, morta per proteggerla dagli invasori. Si ritrova a fare la “madre” del gruppo, che comprende anche il suo fratello minore Sokka, è seria e da non sottovalutare in battaglia. Toph si unisce al gruppo nel corso dell’avventura e tra coloro che hanno il potere della terra è la più forte; ha un carattere diretto ed estroverso… ed è cieca, ma non permette a questo né alle norme della società e al volere della sua stessa famiglia di limitarla e imporle di vivere in un modo che non condivide. Sono due ragazze forti, intelligenti e resilienti di enorme aiuto all’eroe e alla storia.
In terza posizione, la principessa Zelda dalla famosa serie di videogiochi Legend of Zelda. Il suo ruolo varia a seconda del titolo in questione, ma un filo comune li collega: l’eroe e il giocatore senza di lei sarebbero morti o perduti e lo stesso vale per il regno che amministra con saggezza. Zelda è coraggiosa e temeraria e il motivo per cui ha bisogno dell’aiuto dell’eroe Link non è che sia debole, ma che il nemico da affrontare è estremamente forte. In Breath of the wild ella affronta da sola, per cento anni di fila l’incarnazione del Male assoluto tenendolo a bada senza tuttavia poterlo uccidere. Sarebbe anche l’incarnazione ricorrente di una divinità, ma questo articolo non è la sede giusta per illustrare a dovere la storia dell’intera serie.
Al secondo posto, Noelle e Mereoleona dalla serie manga e anime Black Clover. In un mondo fanta-medievale, esiste la magia e i maghi più forti provengono solitamente dalle fila della nobiltà e formano compagnie di cavalieri magici, il cui compito è proteggere il regno dai pericoli. Noelle, come il protagonista Asta, fa parte dei cavalieri del Toro Nero e quando la conosciamo ha problemi a controllare la sua potentissima magia e copre le sue insicurezze con una superbia superficiale appresa dall’ambiente in cui è nata. Nel corso della storia, grazie al suo lavoro duro, costante e continuo, impara a controllarla e diventa fortissima; stringe relazioni più sincere coi suoi compagni e, dimostrata la sua forza, riesce a far cessare il bullismo dei fratelli nei suoi confronti. Ho adorato quelle scene. Mereoleona, invece, come carattere è il suo opposto: selvaggio, diretto, non fa distinzioni tra nobili e popolani ed è sempre in cerca di avversari con cui tenersi in allenamento. È uno dei personaggi più potenti e non ha esitato a mettere in pericolo la sua stessa vita più di una volta, senza indietreggiare nemmeno davanti a nemici più forti di lei.
Infine, in prima posizione, Nami, Vivi e Robin da One Piece. One Piece è una serie ricca di personaggi interessanti e sfaccettati e i tre che ho citato ne sono un valido esempio. Nami è un’orfana di guerra che ne ha passate di tutti i colori nel tentativo di salvare il villaggio dove è cresciuta, nonostante ne avesse perso il favore degli abitanti. La situazione viene poi risolta dal protagonista Rufy, il suo cuoco Sanji e lo spaccino Zoro, ma Nami resta uno dei personaggi migliori della lunghissima serie. Rimprovera l’equipaggio quando ce n’è bisogno e ha il difficilissimo compito di essere la voce della ragione in una nave di guerrieri con non molto sale in zucca. Vivi è una principessa che per salvare il suo paese e capire il motivo degli ultimi incidenti non ha esitato a lavorare per anni sotto copertura in un’organizzazione di criminali, per poi unirsi temporaneamente a una ciurma di pirati e affrontare il responsabile di tutto. Non ha poteri speciali e si lamenta della propria debolezza, ma questo non le impedisce di agire e fare più che può, senza arrendersi. Ma delle tre, Robin è la mia preferita. Laureata in tenera età, si ritrova la famiglia e l’intera isola dove viveva rispettivamente massacrati e cancellata dalle mappe per volere del governo mondiale. Quest’ultimo impedisce agli studiosi di riportare alla luce verità scomode e per questo ha passato gran parte della sua vita a sfuggire alle sue grinfie, in un crescendo di angoscia che raggiunge il culmine quando dichiara di voler morire. Quando ritrova la sua sete di vita urlandola, riprendendo a lottare e soprattutto capendo di non essere più sola e che nessuno lo è, è bellissimo. La storia di Robin è stato l’unico momento di One Piece che mi ha fatto piangere – nonostante i momenti tragici non manchino.
Siete d’accordo con la mia lista? Quali sono i vostri personaggi femminili preferiti? Qual è uno che vi ha ispirato? Fatemi sapere nei commenti e continuate a seguirmi!
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