Sono ovunque: in libri, film, fumetti o serie televisive d’ogni genere ed è impossibile non imbattersi almeno una volta in un loro esemplare. Possono essere di entrambi i sessi e di qualunque colore, villain o (supposti) eroi, avere storie passate esageratamente tristi o ultra luminose, ma ad accomunarli è il fatto che hanno sempre ragione.
Questo tipo di personaggio, che alcuni chiamano “Mary Sue” e categorizzano in numerose varianti, è molto odiato e spesso imputato a errori di scrittura. Io sono più propensa a chiamarlo carro armato (d’ora in poi c.a.) perché travolge tutto sulla sua strada, non ha mai torto, tutti lo adorano tranne i cattivi e ha le competenze di oltre diecimila figure professionali diverse messe insieme.
Il c.a. non sperimenta mai alcun tipo di dolore o sforzo: è nato imparato, magari con poteri devastanti che non ha nessun altro e non ha nemmeno bisogno che gli insegnino a usarli; sa già tutto e i maestri che provano a istruirlo non possono che essere da lui (o lei) smentiti e rimanere a bocca aperta davanti al suo impareggiabile potere ed intelletto.
Inoltre il c.a. si riconosce perché tutti gli altri personaggi nella storia sono molto stupidi o mostri o perennemente in torto o una combinazione delle precedenti, non evolvono e non sono mai al centro dell’attenzione, occupato sempre dal c.a.
Se nella storia il c.a. è un villain, gli eroi che dovrebbero contrastarlo saranno immancabilmente sgherri scemi e sanguinari di un regime dispotico corrotto ed insensibile, se è un eroe il destino gli allungherà ogni cosa: potere, sapere, tutto tranne la fatica.
I c.a. sono arroganti e invulnerabili: se anche soffrono si rialzano subito con poca o nessuna esitazione.
Se Superman è un simbolo di speranza non del tutto privo di punti deboli e che non perde mai la propria umiltà, i c.a. calano la (loro) morale dall’alto, trattano con sufficienza i personaggi secondari e si sentono superiori a tutti.
Un c.a. potrebbe avere alle spalle un passato difficile e comportarsi malissimo con gli altri senza mai alzare un dito per migliorare sé stesso, ma la storia dipingerà questi ultimi come degni di essere messi sotto le scarpe del c.a., vuoi per cattiveria, vuoi perché sono stupidi noiosi. Ogni azione di un c.a. è sempre giustificata, illuminata e liberante nonché unico materiale della trama.
Insomma, è piuttosto difficile non trovare antipatico un c.a. o riuscire a identificarcisi.
E voi siete d’accordo? Qual è l’ultimo o l’ultima c.a. in cui vi siete imbattuti? Preferite i protagonisti imperfetti o amate quelle storie bizzarre corali il cui protagonista è fortissimo ma ha un difetto sciocco? Grazie ancora a 𝓓𝓪 𝓤𝓷 𝓤𝓷𝓲𝓿𝓮𝓻𝓼𝓸 𝓐𝓵𝓵’ 𝓐𝓵𝓽𝓻𝓸 per lo spunto 🙂
Fatemi sapere tutto nei commenti!
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