Alla fine o all’inizio di ogni libro, è usanza che l’autore si ritagli una pagina per ringraziare tutti coloro che l’hanno aiutato nella pubblicazione. Io, invece, sono un’originale e in questo articolo, prima di parlare dell’intervista che ho fatto di recente, voglio ringraziare brevemente coloro che l’hanno resa possibile.
In primis Paola Monisso, che mi ha intervistata e guidata nel dar forma ai miei sogni di scrittura e gloria; poi Riccardo Ferrari che mi ha creato la pagina del sito e mi ha insegnato a usare i social in maniera professionale, la bravissima Silvia Masdea, la mia lettrice beta nonché dotatissima illustratrice che mi ha disegnato la copertina e i personaggi dell’Arrivo dei fantasmi (compresi alcuni che non avete ancora visto) e infine l’altrettanto prezioso Simone Piumi, che ha realizzato il mio logo personale, tutte le altre copertine e i PDF per la stampa.
Nell’intervista con Paola Monisso ho parlato più nel dettaglio delle mie ambizioni e di come mi stia adoperando per concretizzare i miei sogni.
Innanzitutto, non sorprendetevi se ho ringraziato altri per tutto ciò che non è strettamente scrittura; sono talmente assorbita dal pensiero delle mie storie o su come proseguirle o modificarle, che ho bisogno di qualcuno che mi aiuti con gli aspetti più tecnici della questione.
Difatti il mio mezzo preferito per farmi trovare è il blog: questi brevi articoli sono per me facili e divertenti da scrivere e mi permettono di farmi conoscere col mio sistema preferito (ossia la parola) tenendomi sempre allenata nell’arte di non annoiare.
La mia scelta di annoverare tra le fonti di ispirazione cartoni animati e videogiochi, oltre ai classici librari, può rendere perplessi, ma ai miei occhi non è una contraddizione. Nella scrittura voglio mettere tutta me stessa, comprese le parti che la cosiddetta letteratura alta preferisce ignorare, alla luce della mia personale convinzione che la scrittura resti sempre il medium più forte e più adatto per raccontare una storia. Le storie sono limitate dal tempo e delle necessità dell’immagine nei film, da questi stessi fattori più le meccaniche nei videogiochi, mentre nei libri l’unica limitazione è l’abilità di chi scrive. Non servono scenografie costose, attori affermati o una programmazione impeccabile, soltanto nero su bianco, l’autore contro il nulla e i propri punti deboli. Niente come penna, carta (o i loro sostituti virtuali) si presta altrettanto bene alla costruzione di interi mondi e personaggi.
Nell’intervista ho parlato anche della crisi del cartaceo e la mia conseguente scelta di caricare online soltanto gli ebook dei miei libri. Sebbene stia lavorando su una loro versione cartacea, le specifiche richieste dei siti non mi facilitano il lavoro e temo dovrete aspettare ancora un po’. Da lettrice, invece, divento inseparabile dal mio kindle in vacanza (non posso portarmi a dietro un’intera libreria) e tendo usarlo per letture leggere e piacevoli, mentre acquisto saggi e opere serie in versione fisica così da poterli sottolineare e pocciare a piacimento.
La mia ambizione? Diventare ricca e famosa? Non esattamente, ho la testa ancora più calda: vorrei scrivere libri che diventano classici e restano nella memoria delle persone a distanza di decenni, rivelandosi sempreverdi che non smettono di rivelare al lettore aspetti a lui ignoti di sé stesso e del mondo. È uno dei motivi per ho scelto il fantastico come mio genere: se ben realizzate, restano sempre attuali, al contrario di storie troppo legata alla cronaca.
Volete saperne di più su di me e le mie prossime mosse? Guardate l’intervista e continuate a seguirmi! E se volete altri articoli sul mio modus operandi di scrittrice, fatemelo sapere nei commenti!
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