Il wrap-up di aprile sarà organizzato in modo speciale. Spero vi piaccia!
Durante il mese in questione ho letto 2 riviste, 3 saggi, 6 romanzi e 14 manga. Cose che succedono quando lasci passare troppo tempo dall’ultimo passaggio alla tua fumetteria di fiducia, e accumuli tonnellate di arretrati.
25 recensioni in una volta sarebbero troppe, così ho deciso di organizzare il wrap-up in questo modo: nella prima parte vi parlerò dei romanzi, saggi e riviste e nella prossima coprirò i manga con l’attenzione che meritano.
È un piccolo esperimento, perché di solito faccio le recensioni in ordine di lettura. Cominciamo!
Quali riviste avrò mai letto? La prima è Enciclopedia anime – Il club delle maghette, pubblicato da Strea Comics. Ho conosciuto relativamente tardi il coloratissimo mondo animato delle magical girls – ossia quei cartoni (o anime) in cui ragazze minorenni salvano il mondo dopo una trasformazione magica in abiti sbrilluccicanti/fatati. Volevo saperne di più, così ho trovato e comprato questa rivista in edicola. Il verdetto?
Il titolo ci azzecca in pieno: è una vasta enciclopedia che copre quasi tutte le serie di questo genere. Sono stata sorpresa nel constatare quanto fossero numerose e, alcune, dark. L’unica nota negativa è che speravo di trovare informazioni ancora più dettagliate sul substrato culturale che le ha generate, come è cambiato nel tempo e le grandi differenze tra una serie e l’altra (alcune sono dark, altre leggerissime, altre parlano di educazione sess*ale e altre ancora sembrano film di guerra), invece è tutto a livello superficiale. Su Youtube ci sono video che trattano questa materia in modo molto più approfondito, ma ho comunque imparato cose che non sapevo. Una lettura rapida senza gloria né disonore.
La seconda rivista è Sicilia – Palermo, le Egadi e le meraviglie della costa occidentale di National Geographic. È un viaggio fotografico senza soluzione di continuità o grandi approfondimenti attraverso la Sicilia e dintorni. Ho imparato cose nuove e rivalutato quelle zone – ero già stata in alcune di esse e non ho ricordi buonissimi di Palermo. Le foto erano davvero splendide e mi hanno fatto venire voglia di tornare sull’isola.
Conquistatori, una storia inedita è il primo dei saggi che ho terminato questo mese. Scritto da Fernando Cervantes, che ignoro se sia discendente del più famoso Miguel, è una disamina non ideologica dei conquistadores spagnoli. Inquadra al meglio le loro vicende senza mai giustificarli né odiarli per partito preso, ricostruendo nel dettaglio la temperie storica e l’orizzonte mentale di quei tempi. Leggerlo è come assistere a uno di quei grandiosi film storico-guerreschi con un triliardo di protagonisti e personaggi. Pur essendo un saggio, ha il sapore di un romanzo storico lungo e appassionante, con la differenza che non romanza nulla e non tace le nefandezze di nessuno, né degli spagnoli, né delle popolazioni che hanno incontrato, né degli altri europei. Ha sfatato miti che non sapevo di avere ed è magistralmente documentato, l’unica pecca è che avrei voluto saperne ancora di più, anche a costo di allungarlo ulteriormente, manco fossi una spettatrice che vorrebbe più stagioni del telefilm a cui si è appassionata.
È così lungo che ci ho messo settimane a finirlo, ma ne è assolutamente valsa la pena.
Era irriconoscibile – il caso di Gesù risorto non è lungo, ma finirlo è stata comunque durissima. Tratta dei vari racconti della resurrezione presentati dai Vangeli per 165 pagine, ma l’estrema pedanteria dell’autore e la mancanza di quell’afflato capace di coinvolgere il lettore e aiutarlo a comprendere materie non semplicissime, lo fanno sembrare lungo più del triplo. Un Fabio Rosini riesce a parlare di teologia, filologia, psicologia e cristianesimo e pure altre discipline contemporaneamente in modo scorrevole, appassionante e comprensibile, ma Enrico Mazza no. Quest’ultimo, l’autore, è dotato di grandissima cultura e ottime intenzioni, ma per gravi motivi di salute non ha potuto consultare ciò che altri autori avevano detto prima di lui, il che compromette l’attendibilità del libro.
In qualunque ramo del sapere umano si deve studiare ciò che è stato detto e fatto prima, soprattutto in filologia. Per analizzare in modo professionale un libro o certi brani non basta leggerli e rileggerli, bisogna anche indagare sulla loro storia e come li hanno interpretati altri esperti più e prima di te.
Sarebbe come se un camionista girasse senza la patente. La realtà fisica non glielo impedisce, ma sarebbe assai preferibile che l’avesse.
Non è affatto privo di spunti utili o di riflessione, ma sono anche numerose le opinioni dell’autore da lui presentate come fatti. Una mezza delusione che ho impiegato un sacco di giorni a finire e che mi è stato difficile afferrare nonostante sia laureata in filologia moderna. Ve lo sconsiglio.
La pace del cuore è stato l’ultimo saggio del mese e nutro sentimenti contrastanti al suo riguardo. Se è il primissimo libro di spiritualità e psicologia che prendete in mano vi sembrerà profondo, chiaro e molto interessante. Ma se così non è, accanto a qualche spunto utile troverete passaggi di una banalità tremenda. Dipende in larga parte dalle aspettative, sensibilità e cultura previa del lettore, ma non posso fare a meno di pensare che ci sono in giro libri molto più accessibili E profondi in circolazione, come la trilogia dell’arte di ricominciare, guarire e della buona battaglia di Fabio Rosini, o Lui & io di Gabrielle Bossis.
Un altro problema è la prosa troppo sbrodolata. Quando l’autrice deve fare un esempio ci marcia su per cinquanta righe anche se ne bastavano tre. Dopo un po’ diventa difficile da sopportare.
Il primo dei sei romanzi, invece, è il terzo volume della serie I am giving the disgraced noble lady I rescued a crash course in naughtiness. I’ll Spoil Her with Delicacies and Style to Make Her the Happiest Woman in the World! Come il titolo a momenti più lungo della storia stessa lascia intuire, è una light novel. In apparenza è il festival della fuffa; un giovane mago potente quanto eccentrico si innamora ricambiato della ragazza che ha salvato, mentre attorno a loro ruota un cast di personaggi non meno bizzarri. Fuffa & zucchero sono componenti importanti della trama, ma non gli unici; ci sono anche approfondimenti psicologici notevoli e persino qualche pugno nello stomaco a sorpresa. Viene fuori che non è stato un innamoramento a prima vista, bensì il risultato di un passato particolare ignoto a entrambi, un passato che ritorna portando scompiglio e alcuni segreti alla luce. Non voglio fare spoiler, ma se cercate una commedia romantica fantasy con una costruzione ben curata del mondo e dei personaggi, ma senza scene piccanti non posso che stra-consigliarvi questa serie. I romanzi sono più profondi e meglio sviluppati rispetto alla versione animata, come tende a essere sempre.
Posso solo pregare che l’autore non rovini tutto con un finale allungabrodo o tirato per i capelli.
The abandoned heiress gets rich with alchemy and scores an enemy general! è stata una delle primissime light novel che ho letto su Bookwalker. Questo mese ne ho letto il secondo volume che ci ha messo secoli a uscire. il verdetto? Ne è valsa la pena, ma il finale sospeso nel bel mezzo della battaglia mi ha fatta infuriare.
Battaglie in un rosa? Ebbene sì, perché questo è un rosa (abbastanza) casto con in mezzo intrighi politico-magici, segreti, e demoni letteralmente usciti dall’Inferno. Perché se l’umanità potesse spalancarne le porte lo farebbe senza dubbio per ricavarne vantaggi facendo patti coi demoni, anche a costo di attirarsi le ire degli angeli e l’Apocalisse.
Tra i personaggi secondari, compiango la ragazza malata; non solo ci ha vissuto la sua breve vita con enormi dolori, ma ha anche assistito alla discesa nella follia del resto della famiglia e alla dannazione eterna del fidanzato, che ha ceduto il suo corpo (e anima) a un demone pur di prolungarne la vita. E figurarsi se questo demone non decideva di far stragi e affrettare l’Apocalisse.
Ci sto facendo del sarcasmo, ma è per razionalizzare il fatto che il libro si interrompe proprio nel momento in cui il demone e la famiglia reale corrotta affrontano la coppia di protagonisti e i loro alleati a bordo di draghi volanti.
Il tono è davvero peculiare, visto che oscilla tra dolcezza, speranze, azione e cose orribili letteralmente uscite dagli Inferi.
È anche l’unica serie che riesco a reggere in cui un membro della coppia è schiavo dell’altro. Lui era un generale di una nazione nemica costretto a diventare tale tramite torture e lavaggi del cervello, che poi fu venduto dal suo stesso paese e finì schiavo in quello di lei, dove lei lo acquistò per usarlo come guardia del corpo mentre andava in giro a procurarsi parti di mostro per l’alchimia. Si innamorano l’uno dell’altra e lei è decisa a liberarlo, ma lui preferisce aspettare: si rende conto dell’influsso positivo di lei e su di lui e che lei, per via del suo carattere dolce e ingenuo, ha oggettivamente bisogno di una guardia del corpo. La dinamica tra loro due è molto bella. Lei, oltretutto, nonostante la gentilezza, è avida e non esita a combattere e dare il massimo quando la situazione lo richiede; è tutt’altro che una bambola scema.
Dopo tanta azione, sentivo il bisogno di un romanzo più tranquillo e così mi sono tufata nelle pagine di Rving my way into exile with my beloved cat: this villainess is trippin’!. Reincarnatasi in una nobile destinata a venire scaricata dal fidanzato, la protagonista accetta con gioia e sollievo l’ingiusta sentenza di esilio. Finalmente può lasciare il suo pessimo ragazzo e l’altrettanto pessima famiglia per godersi una vita in libertà, usando il suo potere magico che fa comparire (e funzionare senza benzina) un camper. Anche nella vita precedente sognava di averne uno e andarsene a zonzo senza meta, e finalmente ora può farlo.
Il romanzo è questo e basta. Sono le sue giornate a spasso per un mondo pseudo-medievale dove esistono magia, mostri e gilde di avventurieri. Ci sono scene d’azione, ma sono pochissime e nessuno tra i personaggi spicca in particolar modo. A tratti è piuttosto noioso e in altri scade nel puro food porn. Bisogna essere dell’umore giusto per godersi questo genere di storie. Mi è andato bene per un singolo volume, ma non proseguirò questa serie, dove nulla e nessuno è risultato memorabile.
Secrets of the silent witch è una serie che riesce a combinare in maniera incredibile il drama scolastico-adolescenziale, la magia, gli intrighi politici, i trauma-fest e le scene leggere. Questo mese ne ho letto il terzo e quarto volume e sono stati una valanga di emozioni. Lo sviluppo dei personaggi è pazzesco e mi ha colta di sorpresa più di una volta. (Incidentalmente, spero che il nonno del terzo principe muoia malissimo o almeno venga pestato a sangue nel finale).
La protagonista è un capolavoro; passa da patologicamente timida a meno timida e questa apertura interiore le porta non solo una maggior serenità e maturità, ma anche vulnerabilità. Se prima era una strega ritenuta disumana per via della sua perfetta padronanza di numeri e formule, in cui si immergeva al punto da dimenticare la natura umana (sua e altrui), adesso non è più così. Inizia ad affezionarsi a chi ha accanto e abbandonare questo suo lato ferino, nato in seguito a un trauma, al costo di diventare più vulnerabile e compromettere la sua missione. Difatti, era stata assunta come guardia del corpo sotto copertura per proteggere il terzo principe, e si sta rendendo conto che le sarà piuttosto difficile abbandonare la sua nuova identità, alla vicina laurea di lui.
Il triangolo amoroso tra lei, il principe e un terzo personaggio è ben costruito, e per fortuna NON dà origine a scene inutili e leziose.
Sono tra gli adolescenti più maturi di cui abbia mai letto le avventure.
È il tipo di serie che mantiene alta la tensione; certe magie sono davvero spaventose, e con imperi stranieri con pessime leggi e ancor più pessime intenzioni e gente come quel nonno che trama dietro le quinte, non sarà facile arrivare a un lieto fine. Scoppierà davvero una guerra? Il terzo principe riuscirà a fare due più due e scoprire che lei è in realtà la strega che ama in segreto?
Tante domande, e tanta poca pazienza per attendere le rispose.
Avevo letto il primo romanzo di One Piece dedicato ad Ace, così mi sono decisa a prendere e leggere il secondo. Di positivo c’è la prosa scorrevole di buona qualità e il fatto che risponde a non poche domande, per esempio come mai una persona così orgogliosa come Ace avesse deciso di militare sotto un altro pirata. I personaggi non sono affatto male, ma nel complesso il libro non è un granché. A tratti la storia si trascina e non succede nulla di davvero interessante o che aggiunga alcunché di sostanziale al mondo del manga. Dubito proseguirò. Se siete interessati a One Piece recuperatevi il manga – lo so, è lungo, ma ne vale la pena e la versione animata è più lunga e di qualità inferiore.
Questo conclude la prima parte! Ditemi nei commenti se vi è piaciuta questa modalità di recensioni, preferite la solita, o vorreste le mie letture ordinate a seconda di quanto le ho amate!
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