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Io, Jitsuko e l’Arcimago

Ecco cosa mi è successo quando ho partecipato al premio letterario Arcimago

 

Sono venuta a sapere di questo premio letterario tramite Youtube, e la prima cosa che mi ha colpito è stato il sincero amore degli organizzatori per il fantasy. Sembra scontato ma non lo è affatto, nella temperie culturale italiana, dove chiunque voglia darsi arie da intellettuale arriccia il naso davanti alla fiction e chiude un occhio per i non pochi raccomandati. L’Arcimago, invece, è stato organizzato con amore ed estrema serietà. Le precauzioni adottate per evitare favoritismi di qualunque sorta sono state infinite, a cominciare dalla richiesta di totale anonimato per gli autori. Gli unici tra questi che potevano rivelare cosa avevano scritto, sono quelli scartati.

Quindi restano solo i vincitori che pubblicano in forma anonima o sotto pseudonimo? Non proprio.

L’Arcimago consta di numerose fasi: la prima è un fuoco di sbarramento di dozzine di editor professionisti, la successiva richiedeva di raggiungere un tot di voti online, e le seguenti di fornire porzioni di testo sempre più ampie fino a poco più della metà del libro finito. I vincitori definitivi avrebbero pubblicato con una casa editrice, oppure in self publishing con un aiuto professionale.

Con mia stessa sorpresa, ho passato la prima fase con Jitsuko.

Quest’ultimo è la versione rimaneggiata molte volte del mio primo (e dubito ultimo) tentativo di scrivere un fantasy-comedy a tinte rosa. La protagonista è una Gordon Ramsay in gonnella che, dopo aver tentato invano di farsi accettare sopprimendo la parte più selvaggia del suo carattere, viene accoltellata alle spalle dall’ex, ed espulsa dall’università di alimentazione. Rientrata a casa, scopre che la famiglia versa in cattive acque e giura e spergiura di trovare modo di aiutarli. In questo stato di cose, si ritrova evocata in un mondo magico per aiutare un bel principe alle prese con problemi di cucina (o, meglio, l’arte magica culinaria posseduta dal resto della famiglia reale di materializzare cibo dal nulla e impedire carestie). Il contrasto tra il carattere serio e ingessato di lui e l’esuberanza di lei doveva essere uno degli assi portanti del romanzo, assieme alle particolarità della magia e del potere da lei assunto durante il passaggio tra i mondi: la facoltà di costringere chiunque abbia vicino a dire la verità. Una mina vagante per la stabilità di qualunque sistema politico, ma anche un’opportunità per risolvere misteri e sventare colpi di mano.

 

Il romanzo ha superato la fase degli editor, ma non ha ricevuto abbastanza voti dai blogger e i loro lettori. Mentirei se dicessi di non provare nemmeno una punta di delusione, ma questa sensazione è ampiamente superata dalla gioia di sapere un mio testo è stato letto e votato da più persone, e non potrò mai ringraziarle abbastanza.

Onestamente, se devo dare la colpa a qualcuno, posso solo darla a me stessa: non era meglio se nella parte iniziale davo più spazio al principe? Una commedia romantica fantasy può davvero funzionare/avere un pubblico, in questo momento storico in cui è il dark fantasy a essere più richiesto? Era abbastanza divertente?

Avrei davvero potuto vincere il premio se non avevo idee chiarissime sull’ultimo quarto del romanzo? O, piuttosto, non avrebbe trionfato qualcuno con un buon concept e una buona esecuzione completa?

L’unica cosa certa è che sono felice e grata per questa opportunità e per il buon temperamento della community online di Rotte Narrative: non è scontato trovarne di buone.

Non escludo di proseguire e completare Jitsuko per conto mio, un giorno, magari quando sarò diventata più capace, avrò in testa il resto della storia, e superato questo schifoso periodo di stasi creativa – che mi avrebbe sicuramente messo i bastoni tra le ruote.

 

Buona fortuna al resto dei concorrenti!

 

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