Mariano Colli era mio nonno e in questo articolo volevo parlarvi di lui e perché è così conosciuto nella mia zona.
Fin da bambina l’ho sempre associato a un suo amatissimo hobby: la pesca. Canne da pesca di ogni taglia e forma appese alle pareti, trofei, foto di pesci pescati, erano sicuri indizi che viveva in quelle stanze. Ha solcato mari e fiumi di innumerevoli parti del mondo e qua tocchiamo un’altra delle cose che amava: i viaggi. Ha visitato Alaska, Canada, Stati Uniti, Cina, Cuba, Africa, Australia, Russia (quando si chiamava ancora Unione Sovietica), Grecia, Spagna, Norvegia e tantissimi altri paesi in un tempo in cui viaggiare era molto meno semplice di due anni fa.
A memoria di questo sono rimaste le foto, i numerosi souvenir da ogni angolo del globo e i ricordi delle vacanze passate insieme ad Albarella, nelle isole spagnole e greche e anche in paesi nordici.
Tuttavia il motivo per cui è particolarmente conosciuto a Rubiera, Reggio Emilia e dintorni è il fatto che ha fondato l’ARAG, un’azienda tuttora all’avanguardia nello sviluppo di parti meccaniche per le macchine agricole. Anche quando si ritirò, non smise di interessarsene, né si allontanò dai cuori dei collaboratori che aveva assunto e da quanti l’avevano conosciuto personalmente nell’azienda, ormai ingranditasi e mutata nel corso degli anni.
Ovviamente anche all’esterno dell’azienda: Mariano si trovava bene in gruppo – meglio ancora se a tavola – e sapeva essere generoso con chi ne meritava la fiducia.
Fu un membro piuttosto attivo del club filantropico LIONS e il suo interesse per la storia trasformò la nostra vacanza all’isola greca di Coo (o Kos, come la chiamano i locali) in un viaggio a ritroso per riportare alla luce eventi poco noti della seconda guerra mondiale, quando un folto gruppo di ufficiali italiani fu trucidato dai nazisti. Si adoperò per rinnovare e preservare la memoria di questo episodio. La Storia era uno dei suoi grandi interessi, condiviso da mio padre (anche da me, ma a differenza loro mi affascinano di più le diverse mentalità dei vari secoli e popoli anziché gli aspetti militari).
Addirittura i suoi interessi si estendevano alla fotografia e alla cinepresa, in un momento storico in cui erano aggeggi pesanti e molto più disagevoli da manovrare delle attrezzature odierne. Ha realizzato uno dei primissimi videoclip della Storia montando su varie riprese – tra cui un primo piano di una caserma giocattolo – una musica epica incalzante. Vinse dei premi per questo e altri ne vinse per atti meritori e oggetti di artigianato. Adorava lavorare il legno ed era piuttosto bravo: parte dell’arredamento di casa mia e dei miei nonni consta appunto di mobili o suppellettili realizzate da lui tra cui, addirittura, giocattoli realizzati con le sue mani per i nipoti. Non sapevo nemmeno che da un arco di una vecchia porta si potesse ricavare una cassapanca. Non abbondo di concretezza.
Vide da bambino i raid aerei degli alleati che distrussero le Reggiane facendone uno dei tantissimi aneddoti che raccontava a tavola.
Aveva un cuore d’oro, ma un carattere burbero che era peggiorato negli ultimi anni, complice una brutta malattia.
Si è spento nella sua casa, tra i suoi cari, ma la sua eredità, l’ARAG, i figli, i nipoti, le ricerche storiche e i suoi manufatti continuano a camminare (metaforicamente nell’ultimo caso) e popolare il mondo.
Anticamente le persone lavoravano e piantavano alberi nella consapevolezza che a godere pienamente dei frutti del loro lavoro non sarebbero stati loro stessi, bensì i posteri. Rimane vero per ogni piccola o grande azione che facciamo ed è una consapevolezza che andrebbe ritrovata e coltivata. Continuiamo a costruire.
Grazie per avere letto questo articolo.
Gioia
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