Protagoniste che ho amato e mi hanno ispirata: in questo articolo vi parlerò di loro.
In onore della giornata delle donne, ho deciso di fare una top 10 delle protagoniste che ho apprezzato di più; ovviamente i miei gusti personali saranno il fattore decisivo (amo le storie fantastiche più di quelle realistiche, perciò non stupitevi se non troverete le eroine di certi film).
In decima posizione, troviamo Yuna dalla serie Kuma, Kuma, Kuma bear. Catapultata in un mondo di magia e mostri con una tuta speciale, Yuna si allena per diventare più forte e usa i suoi poteri per aiutare chi ha accanto… e procurarsi una vita sia avventurosa sia comoda. Yuna è gentile, generosa, prudente, ma è anche una guerriera implacabile che non esita a colpire quando è opportuno. Nonostante la sua grande forza, vince battaglie importanti con la sua intelligenza più che con i muscoli e ha quel leggero pizzico di egoismo che le impedisce di risultare una monotona santarellina. Assistere alle sue avventure è una gioia rilassante.
In nona posizione, Erika Aurelia di Deathbound duke’s daughter. Morta in circostanze tragiche, Erika si reincarna in un mondo di magie, mostri e intrighi politici. A differenza di Yuna, non ha grandi poteri e a soli cinque anni si ritrova in mortale pericolo più di una volta, uscendone grazie alla sua prontezza di spirito, sangue freddo e un coraggio da leone. È affezionatissima alla sua nuova famiglia, ma data il modo in cui è morta una parte del suo cuore rimane chiusa e pessimista, creando un contrasto intrigante con gli aspetti più luminosi della sua personalità.
In ottava c’è la principessa Peach di Super Mario, da Super Princess Peach. Si tratta di un videogioco in cui lei stessa parte all’avventura per salvare Mario e i suoi amici, rapiti dal malvagio Bowser. Prima che possa uscire dal castello, il suo consigliere le dà un ombrello magico che userà come arma – ma il fatto che fosse disposta a partire disarmata per un lungo viaggio pieno di rischi dimostra che Peach è molto più della donzella in pericolo che credono in molti. (E anche qua: sei un saggio governante di un intero regno, riesci a far filare tutto liscio anche se i tuoi sudditi/cittadini/aiutanti hanno meno coraggio e cervello di un’ameba, tutti ti rispettano e amano ma non basta perché pure saperti difendere?! Che razza di logica è, nemmeno nel mondo reale la forza fisica è il criterio per diventare un politico/capo di Stato!). Il gioco ha creato polemiche perché il potere usato dalla principessa è quello delle emozioni; secondo i detrattori, questo mostrerebbe che è lunatica, invece perché dovremmo vergognarci delle emozioni? A farci andare avanti nei livelli (e nella vita vera) non è il sottostare alle emozioni né la loro totale mancanza, ma il sapere trovare il giusto equilibrio tra esse e il mondo. Una lezione importante.
Al settimo posto, Coco della serie manga Atelier of witch hat. Coco è una bambina che intraprende il difficile percorso per padroneggiare la magia in un mondo dove solo a pochi (teoricamente lei esclusa) è dato di conoscerne i segreti. Coco è innocente, intelligente e coraggiosa, doti che le saranno necessarie per restare viva e proteggere i suoi amici mentre accompagna sé stessa e il lettore alla scoperta delle meraviglie (e orrori) di quel mondo. Lo sguardo vergine di Coco è ciò che le consente non solo di amare la magia, ma anche di vedere il buono nelle persone e trovare soluzioni dove gli altri maghi vedono solo muri. Lo stile dei disegni è bellissimo e la storia è una favola con occasionali tinte oscure, misteri e personaggi sfaccettati.
Simile a Coco è Yu della serie animata giapponese Creamy Mami, al sesto posto. Yu riceve dei poteri magici e si ritrova a trasformarsi in una cantante pop; sembra una storia banale ma non lo è: la magia è sempre dietro l’angolo, una magia intrisa di poesia che si nutre di leggende e fiabe declinate in fiabe moderna ma/e sognante. Yu è buona, ma come tutte le bambine ha occasionali momenti di ribellione, curiosità, testardaggine e debolezza. Ha anche una grande immaginazione e questo fa di lei una dei ritratti di infanzia femminile più vicini al vero… e a me stessa da piccola.
Al quinto posto troviamo un’altra maghetta, Doremì della serie animata giapponese Magica Doremì. Si tratta di una bambina/ragazzina che si ritrova a studiare e dover passare esami di magia per diventare una strega senza trascurare gli impegni scolastici e di altro genere delle sue coetanee. I suoi poteri e il mondo magico dove vivono le streghe devono restare segreti. A farmela amare sono state soprattutto le sue imperfezioni: è generosa e gentile, ma anche imbranata, testarda e (a volte) un po’ egoista. Appartiene a quell’età di mezzo tra infanzia e adolescenza e la serie rende molto bene gli alti e i bassi di quel periodo (a mio parere decisamente meglio di quelle serie dove gli adolescenti sono belli, perfetti e perennemente vestiti alla moda). Mi ritrovavo nei suoi atti maldestri – la mia coordinazione non brilla tuttora – ma Doremì mi ha insegnato a non avere paura dei miei errori e difetti e che con il sostegno dei propri cari e il mindset giusto possiamo andare avanti al meglio.
Al quarto, una bambina atipica dal temperamento deciso: Mafalda dall’omonima striscia a fumetti. Mafalda è combattiva, intelligente e curiosa, aspetti in grado di mettere in difficoltà gli adulti “quadrati” intorno a lei. Queste sue doti, unite alla sua immaginazione, me la fanno addirittura preferire ai Peanuts. Penso che ogni persona sana abbia una piccola Mafalda dentro di sé.
Al terzo posto, Will di W.I.T.C.H. Come personalità, Will ricorda Doremì, ma in più è un’adolescente alle prese coi problemi di quell’età, una situazione familiare non proprio rosea… e problemi cosmici di altri mondi da tenere a bada con la magia, da poco acquisita e non sempre facile da controllare. Tutto questo mentre si è trasferita in una grande città a lei sconosciuta, tenta di fare amicizie e deve tenere segreta la sua doppia vita magica. I problemi della vita reale non vengono glissati né minimizzati, ma accompagnano quelli “”magici”/ “di lavoro” e la serie non tace su come Will, essendo a capo del gruppo di maghe chiamate “guardiane” chiamate a mantenere la pace tra i mondi, abbia una responsabilità e un peso da portare maggiore rispetto alle compagne che non sempre sono in grado di capirla. Will non è perfetta e non si sente mai tale, ed è una gioia vedere come lentamente acquisisca la sicurezza e maturità.
Al secondo posto, Mulan dell’omonimo film Disney del 1998. Maghette e streghe non hanno sempre la vita facile, ma arruolarsi in un esercito al posto del proprio padre, andare in guerra, ritrovarsi tra sconosciuti a dover nascondere la propria identità a rischio della morte se scoperti, affrontarne di ogni tipo avendo come aiuto soltanto un draghetto rosso parlante, un grillo fortunato e la propria intelligenza, è davvero un’altra storia. Se parlano di donne forti, penso a Mulan, che con la sua sensibilità e acutezza ha superato ogni ostacolo.
Un paio di menzioni speciali sono Bloom della serie animata originale delle Winx, moralmente buona e molto, molto coraggiosa e Morgan del romanzo Morgan e l’orologio senza tempo, temeraria ma anche timida, intelligente e non priva di difetti.
Al primo posto, infine, c’è Morrigan della serie libraria Nevermoor. È coraggiosa, alle prese con enormi poteri di cui non sa nemmeno tutto e un mondo nuovo e intriso di magia da scoprire, tra inciampi, ansie e un’ampia dose di sarcasmo. Mi capita di amare personaggi femminili di cui non condivido tutte le scelte, ma con Morrigan questo non è successo: non so contare le volte in cui, leggendo, ho pensato “anche io avrei fatto questo!” oppure mi sono esaltata, tremavo o facevo il tifo per lei mentre lei si destreggiava tra le sfide e le gioie di quel suo mondo tanto meraviglioso quanto insidioso. Ho paragonato questa serie a Harry Potter dicendo che ne è migliore sotto ogni aspetto e la protagonista non fa eccezione: amo Morrigan molto più di Harry. Morrigan è l’esempio da portare per smentire chi sostiene sia necessario un protagonista incolore per far risaltare al meglio le particolarità di un mondo fantastico.
E voi? Concordate con le mie scelte o avreste messo altri personaggi? Vi piace che i/le protagonisti/e abbiamo dei difetti per rispecchiarvi o secondo voi dipende dal tipo di storia?
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