Libri flop; prima o poi ce ne troviamo almeno uno tra le mani e in questo articolo volevo parlarvi di quelli che hanno “graziato” il mio 2020.
Come premesso nell’articolo precedente, oggi vi parlerò dei titoli che ho letto e meno amato (o vivamente detestato) nel corso del 2020. Ho deciso di ordinarli in scala di delusione crescente: i primi libri non li ho amati per questioni di gusti personali ma potrei consigliarveli se avete preferenze di lettura diverse dalle mie, gli ultimi ve li sconsiglio assolutamente. Devo per forza premettere di non sentirvi offesi se avete letto e amato un libro di questa lista e che non nutro sentimenti negativi per nessuno degli autori o possiamo iniziare, visto che sarà lunga?
In the land of Leadale tratta delle avventure di una giovane che, morta nel sonno in ospedale, si ritrova nel suo videogioco preferito a cui era rimasta collegata prima di spirare. È un isekai(sottogenere di fantasy giapponese in cui il/la protagonista si reincarna o finisce in un altro mondo in altre maniere) che si è svelato lento e noioso. Ho letto molte storie di quel genere e solitamente se il mondo e i personaggi sono ben costruiti in modo tale da risultare unici e intriganti, magari con qualche mistero da risolvere, non ho alcun problema a sorvolare sugli aspetti più ripetitivi dell’isekai, ma non era questo il caso. In the land of Leadale è per il resto una storia molto tranquilla non sconsigliabile se avete voglia di un fantasy senza angoscia dove tutto migliora grazie alle azioni della protagonista.
La principessa Insomnia e il rovello notturno color incubo era l’ultimo libro di Walter Moers che mi rimaneva da leggere; avevo divorato e amato tutti i suoi altri libri, ma per questo non è stato così. Sebbene nell’ultimo quarto abbia recuperato terreno e ritmo, nei tre rimanenti è estremamente lento, noioso e macchinoso. C’è una ragione se si dà così tanta attenzione ai pensieri e giochi di parole mentali della protagonista (sofferente di una malattia rara realmente esistente), ma ciò non toglie che si possano costruire storie migliori sulle malattie (vedi A beautiful mind che ritrae il doloroso e difficile tema della schizofrenia in modo molto più veritiero e rispettoso degli altri innumerevoli altri film e storie in cui lo schizofrenico non è altro che il malvagio pazzoide di turno).
The reincarnated prince and the kingdom in whoe è un altro isekai il cui tono eccessivamente angoscioso mi ha devastata. Decine e decine di personaggi e gli unici decenti sono il maggiordomo assassino che assiste il/la protagonista e quest’ultimo/a. Ella/egli è una trentacinquenne giapponese morta in modo tragico a cui manca la sua famiglia in modo straziante, reincarnatasi coi suoi ricordi nel corpo di un principe in un mondo dove esiste la magia. Il regno è estremamente corrotto, il popolo vessato e infelice, le finanze sempre più risicate e il re non può farci niente perché i corruttori minacciano di uccidergli la famiglia. Mai una gioia. Non sopporto le storie troppo cupe – che magari non sembrano tali nella descrizione – ma se piacciono a voi potrebbe interessarvi.
Wataru the hot blooded fighting teen è l’estremo opposto del titolo precedente: un isekaiparodizzato e irriverente dove il protagonista risolve tutto a suon di pugni, (bizzarra) cavalleria e arti marziali ridicole mentre il cattivo siede a guardarlo a distanza fregandosi le mani. Sembrava una parodia spassosa, invece si è rivelato un tuffo nel trash e in cliché visti e rivisti un triliardo di volte, tanto che a differenza dei libri precedenti non sono riuscita a finirlo. Non escludo che possa piacere a qualcuno con un senso dell’umorismo diverso dal mio.
The engagement of Marielle Leclarc e Can, someone, please explain what’s going on hanno in comune il fatto di essere noiosissime storie d’amore piene fino all’orlo di cliché visti più volte delle stelle in cielo, estremamente implausibili e che danno l’impressione di nuotare nella melassa riscaldata mentre sagome dipinte fluttuanti nel mezzo fingono senza successo di essere umani a tutto tondo.
Scorpioni, tulle e fantasmi è un altro libro che non riuscita a finire. Il mio problema? Lo stile. Il 98% di quello che sono riuscita a leggere erano descrizioni di oggetti, ambienti di lusso e della bellezza di alcuni uomini e del loro abbigliamento chic. Mi sembrava di leggere di un’altra dimensione dove tutto era cool, ricco e lussuoso e non esisteva alcuna forma di povertà, bruttezza estetica o fastidi. Pensavo fosse così solo all’inizio, ma andando avanti mi sono resa conto che era tutto così.
Jobless reincarnation è uno dei primissimi isekai, ma ha un ritmo estremamente lento, personaggi e mondo poco interessanti e scene che mi hanno fatto venire i brividi per le ragioni sbagliate.
Mare senza stelle è un nulla molto ben scritto che tenta di dire cose profonde senza mai arrivare a niente. Non sono riuscita a finire nemmeno questo e non aiuta il fatto che non vada matta per le raccolte di racconti brevi.
L’ultimo libro della lista che vi imploro di evitare è Isekai rebuilding project. Il protagonista viene trasportato in un mondo di magia tecnologicamente arretrato rispetto a noi con il compito di migliorarlo e sanare i problemi causati dal passaggio di un eroe del suo stesso mondo, tempo e luogo. Quella che sulla carta è una trovata originale, si traduce in un mattone lento, non interessante e dove la polemica contro gli isekai più ottimisti occupa il 45% dello spazio. L’autore è liberissimo di pensarla come vuole, ma non serve che ripeta il suo parere continuamente ogni quattro righe.
E voi? Quali sono i vostri flop librari o televisivi del 2020? Fatemelo sapere nei commenti e continuate a seguirmi! Ci vediamo martedì per un cambio di passo con le mie letture migliori del 2020!!
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