Creature fantastiche; una presenza fissa nel nostro immaginario. Ma non funzionano sempre…
Fantasy, fiabe, horror, mistery… le storie che presentano esseri inesistenti nel nostro mondo sono numerosissime. Un esempio ricorrente al punto da costituire quasi un obbligo per gli scrittori di fantasy sono i draghi: questi ultimi possono assumere una miriade di forme differenti, da mostri sputafuoco con il passatempo di nascondere tesori e arrostire villaggi (e gente) a saggi millenari che guardano con un misto di distacco e rancore il succedersi delle generazioni e delle vicende umane.
Questa assenza di regole, per cui uno stesso (fanta)essere può assumere forme diversissime a seconda dell’autore e delle esigenze della trama, è sia un enorme punto di forza sia una debolezza altrettanto grande. Un bravo scrittore potrà imbastire una storia tesa e appassionante di sopravvivenza di umanità contro mostri, oppure creare una favola sull’importanza di saper comprendere e cooperare con chi è diverso da noi, o ancora mettere in scena eroi intrepidi che fronteggiano animali fantastici con poteri devastanti, ma anche congiure e intrighi tesi dagli umani, segreti… le possibilità sono infinite.
Sfortunatamente non tutti gli autori approfondiscono gli esseri che citano, al prezzo di farli diventare noiosi cliché dati per scontati che non aggiungono nulla di nuovo alla storia o addirittura ne minano la credibilità. Ad esempio, se in un mondo alternativo pseudo medievale i draghi volanti sputafuoco sono una piaga diffusa senza rimedio, il lettore potrà legittimamente chiedersi come sia stato possibile agli umani fondare regni e imperi o anche solo sopravvivere come specie. Oppure perché, se lì esistono esseri volanti addestrabili, l’arte militare non li abbia mai tenuti in considerazione.
Un altro problema può sorgere quando si dedica moltissima attenzione all’aspetto estetico dei (fanta)esseri a scapito del resto della storia: certo, qualcosa di carino da mettere in copertina e su cui basare belle descrizioni non guasta mai, ma non basta da solo a sostenere una storia (o un videogioco) se gli aspetti restanti non vengono altrettanto curati.
Questo è un punto cruciale: delle creature fantastiche non va curato solo l’aspetto, ma anche il modo di interagire con gli umani e il mondo circostante. Gli umani nella storia hanno ideato una classificazione per queste creature? Se ne sono avvantaggiati in passato o le temono tutte come mostri? Le creature sono addestrabili? Esistono sottospecie diverse con temperamenti ed esigenze diverse? Come sono nate e si sono sviluppate queste forme di vita magiche? Le domande a cui rispondere sono tantissime e quando la maggior parte viene ignorata, la storia spreca il potenziale di questo topos e diventa scipita e prevedibile.
Certo non è sempre necessario spiegare tutto, basti pensare agli horror in cui la mancanza di informazioni accresce la paura, ma a mio avviso, il topos delle creature magiche dà il suo meglio quando queste forme di vita sono organiche, sembrano vive e plausibili ma al contempo conservano l’aura di mistero e meraviglia che le circonda da quando l’uomo le ha fantasticate per la prima volta.
È sempre possibile immaginarne di nuove, usarne di conosciute, cambiarne le regole note, combinarle, dare a ciascuna delle caratteristiche proprie… con tutto questo potenziale, perché ridurle a cliché??
E voi cosa ne pensate? Avete una creatura magica preferita o leggete tipi di fantastico che ne sono privi? Qualcun altro pensa che i draghi siano usati troppo spesso o ne siete affascinati? Scrivete tutto nei commenti e continuate a seguirmi!
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