L’accalappiastreghe è un romanzo “orrifico-fantasy-culinario”, come ben si auto definisce; malgrado i miei nervi poco saldi lo adoro e ve ne parlerò.
È un romanzo di Walter Moers in cui si parla delle disavventure di Eco, un cratto (ossia un gatto parlante con capacità mnemoniche superiori a quelle umane) che viene buttato fuori di casa dopo la morte della sua padrona. Parrebbe destinato a morire di fame, ma incontra Malfrosto che gli propone un patto: nutrirlo per poi usare il suo grasso nei suoi esperimenti. Il grasso dei cratti è un ingrediente raro e potente ed Eco, pur non di morire di fame all’istante, accetta.
Questa è la sinistra premessa della storia. Quale persona sana di mente non si farebbe accapponare la pelle all’idea di mettere all’ingrasso per poi uccidere e imbalsamare un gattino parlante? Eppure qua siamo a Sledwaya, dove “chi è malato è sano e chi è cattivo è buono”, nel continente di Zamonia in cui si aggirano mostri, portenti e magie ma non esistono storie dal lieto fine.
Il titolo si riferisce al lavoro di Malfrosto che consiste nel tenere a bada le streghe del circondario assicurandosi paghino le tasse, non si ammalino, eccetera. Pur essendo il cattivo della situazione, la storia rivela pian piano tratti del suo essere che non coincidono con quelli di qualcuno solamente malvagio: perché un perfido che odia tutti ama così tanto la cucina e trae evidente piacere dal servire ad Eco così tanti eccelsi manicaretti? Il suo segreto rimane tale per buona parte del romanzo, facendo di lui uno dei cattivi più ambigui e meglio costruiti di cui abbia mai letto.
Un altro punto forte dell’Accalappiastreghe è il suo essere un ricettario horror al tempo stesso plausibile: buona parte delle ricette e informazioni sulla cucina sono tranquillamente applicabili al nostro mondo reale, ma al tempo stesso abbondano gli elementi fantasy dal sapore oscuro. Ad esempio viene narrata la storia di un’ottima vigna innaffiata dal sangue di vittime innocenti.
Il tono oscilla tra risate, momenti ironici, cinismo, senso di mistero, meraviglia e preoccupazione crescente per il destino di Eco.
Ho apprezzato tantissimo questa storia così particolare e la consiglio a chiunque voglia provare qualcosa di fantastico diverso dal solito.
E voi? Come me non credevate fosse possibile unire il fantasy ed elementi di cucina o avete già letto storie simili? Conoscevate già Walter Moers? Cosa leggerete per Halloween? Fatemi sapere tutto nei commenti!
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