Dante; saranno passati secoli, ma riesce in tre cose in cui gli scrittori odierni falliscono. Vediamole in questo articolo.
La prima passa inosservata, ma è quasi impossibile vederla in altri scrittori: un auto inserimento fatto bene. Quando un autore cede alla tentazione di auto inserirsi con nome e cognome, è molto facile che si dipinga come un Messia onnisciente, paziente e illuminato che potrebbe rigenerare il mondo se solo quei brutti cattivoni insensibili e stupidi dei suoi consimili gli obbedissero ciecamente. Chi reggerebbe una storia composta per più di metà dalle sue tirate? Obiezione, quest’ultima, che vale anche quando la parte di bodyguard viene assegnata a un altro personaggio, mentre il personaggio – autore pontifica su come vanno le cose e come egli abbia ragione su tutto.
Dante, invece, non è perfetto: fa domande, ha bisogno di continue spiegazioni, ha paura di tutto, sviene di continuo e senza Virgilio o una guida dal Paradiso sarebbe perso o morto. Beatrice stessa non gli risparmia i rimproveri per la codardia e i suoi altri errori.
Qua arriviamo al secondo punto: il grande poeta fiorentino rompe gli stereotipi bene. Ci sono scrittori che si vantano di infrangere le aspettative e gli stereotipi, ma sfortunatamente le intenzioni da sole, anche se buone, non bastano a costruire una buona storia. Non riesco nemmeno a contare i libri che declamano di andare incontro alla realtà contrastando gli stereotipi presentando quindi storie vere, realistiche, appassionanti ed edificanti… solo per presentare macchiette e vicende ancora meno credibili di quelle del cliché che si vorrebbe contrastare. L’Alighieri presenta sì una Beatrice in cielo, ma non è la donna angelicata dolce, bella e inoffensiva cantata dai poeti suoi contemporanei; tutt’altro! Lo rimprovera, gli fa capire che ha sbagliato attaccandolo duramente, l’impressione che ne ricaviamo non è quella di un bellissimo zerbino muto, ma di una donna virtuosa, intelligente e forte, che ha resistito alle tentazioni del mondo e si sdegna se il suo amico non è riuscito a fare altrettanto nonostante gli sforzi e i consigli di lei.
Il terzo punto è che sebbene Dante sia diventato famoso per aver messo all’Inferno persone di cui aveva una stima assai scarsa, è anche vero che ha messo persone con cui era in disaccordo e peccatori gravi (pentitisi) anche in Purgatorio e (dopo) in Paradiso. In quanti sarebbero capaci di fare altrettanto? È una bugia pericolosa dire che è possibile capirsi e collaborare soltanto tra persone che condividono le idee politiche, altrimenti la società diventa un’accozzaglia di gruppi non uniti da nessun terreno comune che si azzuffano per avere potere e attenzione.
E voi? Siete d’accordo con questi punti? O pensate che il voler rompere e con stereotipi e aspettative generi automaticamente delle belle storie? Fatemi sapere nei commenti!
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