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Imprevisti a lungo termine

Nelle nostre vite, prima o poi impariamo che un’azione può avere conseguenze impreviste, che sia per un equivoco, differenze nella sensibilità altrui o altre ragioni.

Se questo è vero per le azioni degli individui, tanto più è vero per la Storiaumana e nessun libro me l’ha fatto scoprire e capire meglio di Gli imprevisti della riforma di Brad S. Gregory. Si tratta di una lettura corposa che ha soddisfatto ogni mia curiosità su come la vita moderna si sia formata dopo da secoli e secoli di un radicatissimo sostrato religioso che influenzò non poco coloro che stesero il manifesto dell’Illuminismo, o addirittura la Costituzione americana.

A scuola spesso insegnano che i secoli sono segmentati in diverse epoche dove tutti pensano allo stesso modo finché – puf! – salta fuori dal niente qualcuno con un’idea diversa e partono una serie di eventi (di solito guerre) che terminano con la sostituzione del vecchio sistema di pensiero col nuovo. La questione, in realtà, è estremamente più complessa e quasi sempre il vecchio paradigma continua a esercitare la sua influenza nei secoli a venire e può dare luogo a conseguenze a lungo termine assolutamente non volute né mai immaginate dagli uomini di quell’epoca, compresi i più “progressisti”. Ad esempio, nella dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America (1776) è scritto che la ricerca della felicità è un diritto, ma gli estensori non si sarebbero mai sognati che in futuro gli uomini avrebbero cercato la felicità in modi fortemente disapprovati dalla religione. Al contrario, poco prima nel testo è menzionato esplicitamente il Creatore come fonte del diritto (“Si dichiara che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono dotati dal loro Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà e la ricerca delle Felicità…”), rispecchiando una consapevolezza piuttosto radicata all’epoca.

I riformatori protestanti del Cinquecento cercavano di affrontare i gravi problemi della cristianità tardomedievale; il loro intento non era certo di indebolirla o spianare la strada a un pensiero scristianizzante che vede gli esseri umani come monadi da non disturbare nelle loro vite consumistiche, ma le loro azioni contribuirono a ciò.

Il libro porta numerosi altri esempi meglio e più esaustivamente argomentati rispetto a quanto io possa scrivere in un articolo, ma nella sostanza è una lettura da non perdere per gli appassionati (e gli inesperti) di storia o per chiunque abbia voglia di una pausa dalle letture leggere.

 

E voi? Frequentate i saggi o preferite la narrativa? Oppure, come me, li alternate? Fatemi sapere e continuate a seguirmi!

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