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5 CURIOSITÀ SU DANTE

Stando a gran parte delle illustrazioni, il grande padre della nostra letteratura è un uomo noioso dal viso corrucciato e l’aria da “non può importarmene di meno”. Vero, la Divina Commedia è tanto affascinante quanto ostica, ma la vita del suo autore nasconde qualche chicca che non tutti conoscono. Volete impressionare la gente senza leggere troppo? Siete nel posto giusto! Eccovi cinque curiosità su Dante Alighieri!

1 – Il suo nome era Durante Alighieri, non Dante. Secoli e secoli prima del marketing, il nostro scrittore fiorentino aveva già capito che “Durante” era troppo lungo e non suonava bene come “Dante”. Una sillaba in meno può fare una certa differenza.

2 – Il vestito rosso che indossa in gran parte delle illustrazioni è la sua divisa da speziale. Gli speziali erano proto-farmacisti che vendevano erbe medicinali, spezie, cosmetici e preparati di varia natura. Se Dante non si fosse iscritto a questa (o un’altra) delle Arti, non avrebbe potuto partecipare alla vita politica della sua città, né descrivere i sintomi delle malattie per testimonianza diretta in più passi dell’Inferno.

3 – Pur cantando l’amore per Beatrice, Dante si sposò ed ebbe dei figli con Gemma Donati. In che modo la sua famiglia prese questa passione poetica? Meglio di quanto crediamo: quando sua figlia Antonia decise di farsi monaca e dovette scegliersi un nome per il chiostro, optò per Beatrice. Non sarebbe mai accaduto se non avessero avuto una buona opinione di quella donna.

4 – Dante passa come un patriota ante litteram, ma in realtà pensava che l’Italia dovesse far parte del Sacro Romano Impero capitanato dai tedeschi. Ai suoi occhi, questi ultimi erano imperatori cristiani portatori di pace, giustizia e prosperità, mentre gli italiani erano troppo impegnati a scannarsi a vicenda (all’epoca letteralmente) per governarsi al meglio.

L’Italia del suo periodo era formata da città-Stato in preda a feroci discordie interne ed esterne; era comprensibile che volesse vederle in pace sotto un governo decente e illuminato.

Se soltanto questo desiderio venisse esaudito, prima o poi.

5 – La sua difesa della libertà umana, pur rispettando in pieno la Bibbia, si scostava notevolmente dalla mentalità medioevale. In molte opere dell’epoca, l’anima veniva rappresentata come un campo di battaglia tra il Bene e il Male piuttosto che una protagonista attiva. A quei tempi si riteneva che le stelle e il destino avessero più voce in capitolo rispetto alla volontà, ma, come Dante dice nel Purgatorio, “lume v’è dato, a bene e a malizia”. Il sommo poeta era convinto che per quanto al singolo fosse difficile lottare contro le proprie tendenze peggiori, tramite l’autodisciplina e la perseveranza nel Bene gli fosse possibile metterci una pezza e arrivare al Paradiso.

Tre righe per parafrasare meno di una decina di parole. La Divina Commedia è bellissima, ma ci sono passi molto impervi per chi non ha dimestichezza con l’italiano antico e la mentalità di quei secoli.

Volete altre curiosità sul medioevo? Vi farebbero comodo un paio di riassunti su Dante? Scrivete, commentate e seguite!

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