Marzo è stato un mese di letture intense, sia nel bene sia nel male …
Ho cominciato con How to treat a lady knight right, un manga che aveva un grosso sconto e per cui non nutrivo aspettative altissime. Suddette aspettative si sono ben presto schiantate a terra, per poi scavare alla massima velocità. È la “storia” di una giovane cavaliere donna e i suoi alti e bassi amorosi con un tizio che si innamora di lei perché gli piacciono le donne coi muscoli – la parola giusta è parafilia, perché vederlo sbavare non è un bello spettacolo. Niente spicca: né i personaggi, né il mondo, né l’umorismo, né la “trama” (che non esiste, perché ho scoperto DOPO che questo manga era una collezione di one-shot molto brevi).
Ci sono manga nati come one-shot che si prestano a essere letti in maniera consecutiva, ma non è questo il caso.
Certe vignette mi hanno messa a disagio. Il tema della vergine guerriera che supera la sua rigidità eccessiva e trova l’amore può essere svolto in modo migliore e più fresco … più o meno da chiunque altro. Evitate.
Il primo volume di The death of the skeleton swordsman: dominating as a cursed saint è stata un’altra lettura pesante, ma per motivi diversi. Era taggata come una commedia d’azione; in questo genere i personaggi possono avere backstory tragiche, ma restano questo: backstory. In questo genere non assisti a carneficine, lutti, morti strazianti e traumi che ti restano addosso per secoli – se, come il protagonista, diventi immortale.
Il protagonista è un tizio divertente e spiritoso, un po’ imbecille ma bravo a combattere e con una forte propensione per le donne dai diciotto anni in su – cosa purtroppo non comune nei protagonisti di storie giapponesi. Il suo amato padre adottivo finisce infettato da una maledizione che trasforma in zombie e lo infetta. Ma il protagonista, siccome è stupido ha una mentalità particolare, riesce a conservare la sua volontà e a far fuggire dalla città ormai piena di non-morti il fratello e la madre (adottivi entrambi, perché lui era un orfano maltrattato prima di incontrarli). Affronta e uccide il resto dei non-morti nella zona, e nel mentre il suo corpo si decompone, lasciandone uno scheletro. Tale esistenza solitaria, confinato in una barriera magica, cambia quando un giorno incontra una discendente della strega che ha lanciato la suddetta maledizione. Lo scopo di questa ragazza è di rompere la maledizione dell’antenata e rendere i non-morti morti e basta, ma le serve un potente cavaliere per accompagnarla, e la scelta è caduta sul protagonista. Grazie a un’elaborata magia, il protagonista perde la capacità di infettare e riacquista un corpo di carne umana; hanno così inizio le loro avventure.
L’unico e più grosso difetto è che si sono dimenticati la tag di “tragedia”. Per il resto è davvero un’ottima storia di azione con personaggi ben caratterizzati, un mondo intrigante e tocchi di mistero che non guasta. Non hanno idea di che faccia abbia la colpevole, dove si trovi e possono solo indovinare le sue ragioni e come funzioni la sua maledizione.
La scena in cui lui rivede in sogno il fratello morto e la storia del drago-zombie mi hanno quasi fatta piangere. Ho avuto il magone per giorni. La mia personale debolezza è l’unica cosa che mi ha impedito di apprezzare appieno la storia. Se cercate una serie d’azione con del cuore e momenti seri, questa è un’ottima scelta.
E dopo mesi, ho finalmente finito anche Le domande di Gesù – detesto il formato dei micro-capitoli, ma capisco che sono perfetti per chi preferisce le sessioni di lettura molto brevi. È una raccolta ed esegesi delle domande di Gesù poste lungo il Vangelo; ha spunti di teologia e Bibbia alla portata di qualsiasi lettore. Lo consiglio. Abituati come siamo a vedere Gesù negli affreschi e icone di ogni tipo, rischiamo di dimenticarci che spesso, anziché presentare la risposta su un piatto d’argento, Egli preferiva provocare e far riflettere gli interlocutori in modo da agevolarne la conversione.
Goodbye, overtime! This reincarnated villainess is living for her new big brother! È una storia che avevo meditato di mollare al secondo volume, ma sono contenta di aver proseguito. Stavolta il focus non è sull’ossessione reciproca tra la protagonista e suo fratello (niente incesto, è una situazione alla Pascoli in cui sono molto vicini per via di traumi e lutti del passato), bensì sui personaggi e il mondo attorno a loro. Sia il cast, sia il mondo danno l’impressione di essere pieni di mille sottigliezze e particolari. C’è un tocco di intrigo politico e un penultimo capitolo che è quasi un pugno nello stomaco; vengono svelate un sacco di cose accennate agli inizi che mai mi sarei aspettata. Anche se i personaggi assolvono a varie funzioni, non si ha mai l’impressione che siano robottini programmati per quella funzione; data la loro storia personale, circostanze e motivazioni suona tutto plausibile. Spero che anche i volumi successivi approfondiscano il mondo e i personaggi – anziché ripetere fino allo sfinimento quanto la protagonista e il fratello siano legati. Una buona lettura.
Il centonovesimo volume di One Piece è pieno di TUTTO: flashback ricontestualizzati, rivelazioni, momenti toccanti e strazianti, battaglie, teorie confermate … l’ho letto tutto d’un fiato. L’unico difetto è il ritmo forsennato. L’impressione che qualcuno stia puntando una pistola all’autore minacciando di sparare se non conclude la storia il prima possibile è difficile da allontanare. Lo consiglio, ma solo ai fan della serie – che merita, ma se siete nuovi partite dal primo o non ci capirete niente.
Magus of the library è un manga dal disegno splendido, preso agli stessi sconti del disastroso How to treat a lady knight right. La differenza in qualità tra i due è più grande di quella tra il giorno e la notte. La trama ci mette un po’ per ingranare e toccare aspetti interessanti sul mondo e l’esistenza della magia celata nei libri, ma funziona ugualmente. L’autore riesce a farci entrare nella difficile quotidianità di un bambino mezzo elfo amante della lettura maltrattato dal resto di un villaggio umano orientale – con poche eccezioni. La storia è ricca di informazioni vere e pratiche sul libro come oggetto, la sua evoluzione nei secoli e come prendersene cura riparando le pagine – arte indispensabile, in un mondo dove un tomo maltrattato può liberare incantesimi letali. Il senso di meraviglia e scoperta tocca corde profonde. È bello anche quando il protagonista chiede invano di potersi unire alla carovana degli esperti di libri che tornano alla loro base; gli viene negato perché deve smetterla di aspettare e sperare che arrivi un eroe a salvarlo: l’eroe è lui stesso.
Quando nelle ultime pagine si vede il protagonista cresciuto e con rapporti migliori col resto del villaggio, è una bella soddisfazione. Inoltra la domanda per diventare un esperto di libri anch’egli, viene accettato, e parte.
Ci sono molte cose lasciate non dette o a malapena accennate, come guerre mondiali magiche del passato e l’intenzione dei bibliotecari di usare la lettura per unire le razze e sanarne le discordie.
È una serie che ho intenzione di proseguire, ma ve la sconsiglio se non sopportate le storie dal ritmo più lento.
Dopo mesi di lento sbocconcellare, ho finito anche I santi nell’arte; lungo, ma ne è valsa la pena. È una mini-enciclopedia di santi che include brevi riassunti della loro vita e come sono stati rappresentati nell’arte. Le immagini a colori aiutano, e i brevissimi capitoli sono perfetti per le sessioni di lettura rapide. Un bel viaggio nella storia dell’arte e della fede, ma capisco che possa essere pesante per chi non è interessato alla materia.
Il trentaseiesimo volume di Black Clover è pieno zeppo di mazzate, ma essendo le ultime battute di una saga d’azione sarebbe strano il contrario. Continuo ad apprezzare e trovare profondo e cristiano il tema della libertà umana e del non perdere la speranza. Ci sono anche dei ritorni soddisfacenti di alcuni personaggi, come la regina delle streghe e la madre di Noelle. L’ho finito con grande gusto in una sola sessione di lettura; il ritmo è serrato, ma meno rispetto agli ultimi volumi di One Piece. Adoro Black Clover, ma se volete provarla partite dal primo volume.
Shadows house è una serie manga che seguo da tempo; in questo mese mi sono rimessa in pari e ho anche recuperato il dodicesimo volume – che per qualche motivo mi ero persa prima. È una serie mistery-sovrannaturale che ricorda in parte The promised neverland; anche qua ci sono bambini alle prese con creature sovrannaturali e situazioni spaventose, e possono contare solo sulla loro intelligenza per uscirne.
Un problema del dodicesimo volume purtroppo comune nelle uscite più recenti è il calo nella qualità del disegno e il troppo spazio occupato dai baloon (le nuvolette che riportano le parole dei personaggi). Ha senso che i personaggi parlino molto; devono organizzarsi e collaborare se vogliono evitare di morire male, ma non posso fare a meno di chiedermi se non c’era un modo visivamente più interessante per trasmettere le chiacchierate. Ho trovato la risoluzione del conflitto della settimana nelle ultime pagine troppo sbrigativa e comoda, ma data la situazione generale non suona del tutto implausibile.
Il quindicesimo volume ha un finale doppiamente devastante e misterioso; qual è il vero scopo di Chris? L’autore avrà un piano per lui, o lo usa come jolly per far succedere le cose a caso? Ho avuto esperienze negative con questo tipo di personaggi misteriosi e ogni volta che ne compare uno mi è difficile non pensare al peggio. È anche difficile non comprendere in parte le azioni di Margareth.
Mi sono divorata in un solo giorno i volumi sedici e diciassette; la storia e la vera età di Candy sono state una sorpresa assoluta. È stato un mezzo plot twist anche la risposta delle temibili ombre adulte: apparente calma. Il gioco di rivelazioni e inganni continua…
Continua anche il wrap-up; seguitemi settimana prossima per la seconda parte!
Questo articolo ha 0 commenti