La seconda parte del wrap-up, tra gioie e delusioni
If you regret it so be it, I wish you the best with the saint you’ve chosen è un manga dal disegno mediocre e storia ancora più deludente – anche conto delle mie non altissime aspettative.
Dalla quarta di copertina sembra la classica storia di una giovane nobile che ha studiato tutta la vita per diventare regina e ama il principe suo promesso sposo, ma quest’ultimo si innamora di una donna di condizione sociale inferiore e poteri taumaturgici. La testa di caz coronata respinge la protagonista e le impone di accettare il suo nuovo amore, condannandola all’esilio, o qualcosa di letale o umiliante. La protagonista non ha altra scelta che rifarsi una vita (e un fidanzato) altrove, ci riesce, ed è felice.
Tali aspettative sono state rispettate solo in parte; l’incipit in cui lei è la vittima, ci sta. Il problema è che ho aspettato per tutta la storia che lei si dicesse “qua non mi vuole nessuno, né il principe, né il mio pessimo padre e nessuno dei miei amici può aiutarmi. Vediamo cosa posso fare per fuggire o crearmi una vita migliore.” Purtroppo questo momento non è mai arrivato.
La protagonista passa tutta la storia a preoccuparsi per il principe, di cosa pensano gli altri, e sentirsi in colpa con pensieri del tipo “lui si è innamorato di un’altra ed è felice ma io no! Ah, che persona orribile ed egoista che sono! Gli ho augurato la felicità ma un piccolo angolo del mio cuore non lo fa! Oh, tragedia del mio cuore cattivo!”. È così presa da questi pensieri che nonostante fosse stata avvisata dal fratello dell’ex (e ci sarebbe potuta arrivare da sola, con la sua conoscenza di come funzioni la società) casca dal pero quando riceve l’ordine di diventare concubina del principe. Lei non vuole e tenta debolmente di opporsi, ma il suo pessimo padre glielo impone. A quel punto lei ingoia una pozione datagli dal fratello dell’ex e finisce in coma. Né il padre, né l’ex si danno pensiero di lei, aspettano che si svegli per poi infilarla nel letto della testa di ca coronata non appena si sveglia. E il primo volume di questo capolavoro si chiude così, con lei nel mondo dei sogni e il tizio che le ha dato la pozione che realizzata che lei l’ha bevuta.
Capisco che la situazione era disperata, ma davvero non le era venuto in mente di chiedere al fratello dell’ex quale sarebbe stato l’effetto della pozione? O se non c’era un altro modo per evitare il concubinato? Alice nel paese delle meraviglie aveva la scusante di essere una bambina in un mondo nonsense, ma lei è un’adolescente con un’educazione rigorosa.
Non amo le protagoniste “girlboss” super potenti e infallibili, ma c’è un universo di sfumature tra questo estremo e quello dello zerbino con su scritto “se non mi calpestate mi sento in colpa”. Mi dispiace per la protagonista, ma date le premesse non sono affatto sicura di voler proseguire – non aiuta la caratterizzazione tra l’inesistente e il pessimo degli altri personaggi e la narrazione di bassa qualità, dove certi passaggi sono confusi o ripetuti più volte.
È probabile che questo manga adatti un romanzo dove i personaggi e la situazione sono più complessi e interessanti, ma ogni adattamento dovrebbe reggersi sulle proprie gambe e non fare schifo – e questo non ci è riuscito. Il manga di Reincarnated as the hero’s friend non aveva potuto scavare nella psicologia dei personaggi come il romanzo originale, ma la bellezza del disegno e la storia erano stati più che sufficienti per piacermi, e indurmi a proseguire. Qua no.
Ho impiegato mesi a trovare il coraggio di leggere il secondo volume di The invisible wallflower marries an upstart aristocrat after getting dumped for her sister, ma sono contenta di averlo fatto. La protagonista ha una fortitudine mentale incredibile, è probabilmente il personaggio femminile più forte di cui abbia mai letto. Nonostante tutto quello che le accade, resta salda nelle sue convinzioni e non si fa prendere dal panico, nemmeno quando tale reazione è pienamente giustificabile. È gentile e dolce, ma ha una capacità di calcolo e strategia a dir poco incredibile, una delle schiene più dritte della fiction.
La sua storia d’amore col marito – matrimonio in bianco, per ora – è molto dolce e toccante.
Spero che l’ex fidanzato (ha tentato di violarla più volte e ci è riuscito con decine di altre donne) venga frustato a morte, e anche il principe che lo spalleggia crepi in modo orribile. Spero esca presto un terzo volume in cui queste cose succedono (in questo ci siamo avvicinati) e il matrimonio tra la protagonista e l’amato sia consumato felicemente. Lo divorerò in un lampo.
Mercedes and the waning moon mi è piaciuto, ma non è senza difetti. Ho adorato il mondo, pieno di particolari che ti fanno venire la voglia di esplorarlo e saperne di più, il sistema magico e la personalità eccentrica di più membri del cast.
Per quanto riguarda i difetti, non ho problemi ad ammettere che i power fantasy sono spesso ripetitivi, noiosi e pieni di buchi, ma leggere una storia piena zeppa di tirate contro i power fantasy che diventa un power fantasy con la protagonista che già a dieci anni è ultra fortissima dopo un capitolo di allenamenti, è stato strano. Trovo che sia stato ipocrita da parte dell’autore, per non dire del tutto inutile.
Potrebbe essere un meme.
Il protagonista della storia: “Ah, le storie dove la gente si reincarna in un mondo di magia e diventa fortissima sono stupide e irrealizzabili!”
* muore, si reincarna, giura di diventare fortissimo e ci riesce già a dieci anni*
Io, lettrice: “qual era lo scopo della tirata di prima, esattamente?”
Un altro difetto è la caratterizzazione della protagonista: a tratti ci dicono che è fredda al limite dell’inumano, ma al tempo stesso sceglie di buttare all’aria tutti i suoi piani in un nanosecondo solo perché glielo chiede la sorella minore con le lacrime agli occhi. Non credo che uno psicopatico si sarebbe fatto smuovere per così poco.
Vorrei prendere a pugni il padre, ma ammetto che le sue azioni hanno senso rispetto al suo carattere e il contesto (un pianeta di vampiri dove la forza è tutto).
Un’altra nota: nelle storie con dungeon, mostri e avventurieri mi capita spesso di leggere scontri contro i boss, ma quello di questo libro è lo scontro meglio realizzato che abbia mai visto in questo genere. Leggerlo è stata una gioia, una delle migliori scene d’azione di sempre. Mi è piaciuto un sacco e spero ce ne saranno ancora in futuro. Il dettaglio dei dungeon è implementato in maniera egregia, non sono una “cosa a caso” priva di spiegazione. Ogni tot compare un po’ di umorismo ed è sempre gradito. Compaiono gemme inaspettate dove uno meno se lo aspetta. A tratti sfida la sospensione dell’incredulità del lettore, ma capita raramente.
Una buona lettura, tutto sommato. Una serie che proseguirò.
Easygoing terrotory defence by the optimistic lord è l’esempio principe di una lettura meh. Non è orribile, ma nemmeno abbastanza bella da far voglia di proseguire.
Ci sono storie dove il protagonista può contare su un potere particolare e/o il suo carattere e carisma personale per dare inizio alla sua ascesa; qua Van conquista tutti con l’enorme potere e carisma … di essere una persona decente che ha riacquistato i ricordi della sua vita precedente e le capacità mentali di un adulto alla verdissima età di due anni. Ha senso che gli altri lo trattino come un genio, ma lui come personaggio è piatto da non credere, e vale lo stesso per il resto del cast, il mondo e la “trama”. La parola è tra virgolette perché “sequenza di eventi improbabili dove il suo potere magico che dovrebbe essere debole si rivela super utile, gli piovono bellissime promesse spose da tutte le parti, tutti arrivano a venerare la terra su cui cammina e il villaggio miserabile dove l’hanno spedito diventa improvvisamente il centro del mondo” era più accurato ma troppo lungo.
Il dialogo ha delle gemme qua e là, ma da solo non può reggere questa “trama”.
Capisco che vari tipi di magia siano associati a diversi gradi di prestigio, ma trovo poco credibile che in secoli e secoli di cultura umana nessuno abbia giocato abbastanza con quel tipo di magia per scoprirne l’utilità.
Meh. Ho saltato dei paragrafi e non me ne pento e vi suggerisco di fare altrettanto con quest’intera storia.
Romantic Killer è un manga in quattro volumi che ha ispirato l’omonima serie Netflix. Rispetto a quest’ultima, alcuni dettagli sono diversi e più curati, idem per i personaggi, e le gag sono più divertenti.
Lo stile del disegno mi è piaciuto molto e non mi aspettavo che la storia mi prendesse così. L’ho divorato in pochi giorni con grande gusto. Adoro le facce e la personalità della protagonista Anzu – e ammetto di ritrovarmici, sia nel carattere, sia nell’ossessione per il cioccolato. Pure io fatico a ricordarmi i nomi delle persone, quindi la scena in cui lei capisce chi è Junta (un vecchio amico d’infanzia ora cresciuto per cui il vecchio soprannome non è più adatto e infatti non l’aveva riconosciuto) è qualcosa che potrebbe capitare anche a me.
La mini-collaborazione con World’s end harem è stata un vero spasso, ho riso un sacco in meno di cinque pagine.
Rispetto all’anime, la vicenda della compagna ingiustamente accusata – in realtà vittima – ha toni meno da denuncia sociale.
La cosa migliore rispetto all’anime è il finale; qua è molto più soddisfacente e dettagliato, pur mantenendo una natura aperta.
È una serie che vi consiglio, se cercate una commedia romantica diversa dalle solite – Anzu, single, viene presa di mira da una creatura magica intenzionata a metterla in coppia con qualcuno e trasformare la sua vita in un rosa. Anzu non vuole perché preferisce giocare ai videogiochi, col suo gatto e mangiare cioccolato e la creatura le sottrae tutte queste cose, facendola infuriare e giurare di rimanere single. Il titolo prende le mosse dal suo proposito di distruggere ogni tensione e momento romantico. Ovviamente Anzu è diventata in fretta una delle mie protagoniste preferite, decisamente più umana e vicina alle persone reali che molte altre.
Heroine? Saint? No, I am an all-works maid (and proud of it!) mi ha fatto cascare le braccia col suo inizio deprimente e la protagonista, un genio assoluto (e arrogante) con una malsana ossessione per le maid. Tuttavia, quando il narratore ha iniziato a prenderla in giro e introdurre personaggi più interessanti, la situazione è migliorata molto. È una commedia magica da non prendere troppo sul serio, a tratti piuttosto divertente, al punto da farmi terminare gli highlights a meno di metà. Le gemme nel dialogo e nelle osservazioni del narratore sono innumerevoli. È una prospettiva che non avevo mai incontrato nel tropo “reincarnati in un simulatore di appuntamenti ambientato in un medioevo di magia”. La protagonista non lo sa e usa i suoi enormi poteri per vivere il suo sogno (distorto) di diventare una maid perfetta, ma altri personaggi secondari ne sono al corrente, e si fanno miliardi di paranoie mentali tentando di impedire l’ascesa di un demone. L’alternanza tra il loro punto di vista e quello della protagonista è oro.
È una serie che ho tutta l’intenzione di proseguire.
Ed eccoci arrivati alla fine del mio febbraio di letture! Com’è andato il vostro?
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